Non so se molte persone si rendano conto di quanto in una storia vi sia effettivamente molto di più di quello che c’è scritto – di quante parti di essa vengano taciute – di quanto sia accaduto molto di più di quel che si trova nel libro che si tiene in mano e si legge con assiduità

Una piccola principessa di Frances H. Burnett
Titolo: Una piccola principessa
Autore: Frances H. Burnett
Editore: Caravaggio Editore
Collana: I Classici Ritrovati
Pagine: 330
Prezzo: 17,95€
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Una piccola principessa non è solo un libro per l’infanzia, ma è stato scritto per chi sarebbe stato in grado di seguire il sottopunto e vedere oltre le piccole tracce d’inchiostro.

Tra le righe di ogni storia c’è un’altra storia, ed è quella che non viene mai ascoltata e può solo essere immaginata da coloro che sono bravi a immaginare.

Un nuovo titolo impreziosisce il catalogo dei Classici Ritrovati di Caravaggio Editore e va ad arricchire la collezione di libri firmati da Frances H. Burnett.

Una piccola principessa è il risultato di un ascolto attento e premuroso da parte dell’autrice nei confronti dei suoi personaggi, proprio quelli che ad una prima stesura sono rimasti in ombra.

Dopo Il piccolo Lord e Il giardino segreto, capolavori della narrativa per l’infanzia, Frances Hodgson Burnett pubblica nel 1887 la versione più breve di A Little Princess, dal titolo Sara Crewe: or what happened at Miss Minchin’s.

Solo dopo varie rielaborazioni teatrali la Burnett revisiona la sua stesura e pubblica nel 1905 la versione definitiva di Una piccola principessa comprensiva di « tutti i fatti e le persone prima tralasciati»

Una piccola principessa

La popolarità di quest’opera ha segnato l’infanzia di molte generazioni arrivando ad intrattenere i bambini anche grazie al cartone animato Lovely Sara prodotto dalla Nippon Animation nel 1985.

Sara Crewe è un personaggio straordinario a cui è impossibile non affezionarsi. Cresciuta con dolcezza e amore da un padre facoltoso, che la circonda di ogni agio, si ritrova d’improvviso orfana e senza possibilità economiche.

La direttrice del collegio esclusivo per fanciulle, presso il quale Sara stava completando il suo percorso di studi, si trova costretta dalle convenzioni a provvedere al suo mantenimento e a fornirle una stanza nel sottotetto.

Ogni giorno Sara deve svolgere mille compiti umilianti, dall’insegnare il francese alle alunne più piccole, a sbrigare tutte le commissioni che le vengono ordinate.

Affamata, infreddolita e vilipesa dalle sue ex-compagne, Sara non si lascia abbattere, grazie ad un’incredibile capacità immaginifica, che l’aiuterà di fronte le avversità della vita.

Come dice l’autrice stessa, sotto le righe c’è sempre molto di più e le sue storie si possono leggere attraverso diversi piani concettuali.

Frances H. Burnett si è distinta non solo per i suoi libri, divenuti famosi in tutto il mondo, ma anche per una visione della vita divergente dai canoni sociali dell’epoca.

Ribelle e indipendente, la scrittrice elabora una concezione esistenziale che raccoglie i fondamenti dello Spiritismo e della Teosofia, le cui tracce si possono riscontrare in ogni sua creazione letteraria, così come nella peculiarità dei suoi personaggi.

Sara, detentrice del potente dono dell’immaginazione, si pone al di là delle meschinità di coloro che la circondano e diventa icona di una personalità eccezionale dai caratteri nobiliari.

« Quando le cose vanno male - proprio male - penso con tutte le mie forze di essere una principessa. Mi dico “sono una principessa, una principessa delle fate e siccome sono una fata niente può farmi del male o darmi fastidio“ »

La magnanimità, la dignità, la facilità d’apprendimento e la grande fantasia creativa che trasforma le crudezze della vita in un bellissimo sogno, rendono Sara degna dell’appellativo Principessa.

Il culto delle individualità eccezionali quali forze motrici della Storia, sono riscontrabili nelle opere di Thomas Carlyle, punto di riferimento letterario della giovane protagonista.

Forte l’influenza anche dei dispositivi narrativi tipici di Charles Dickens, riscontrabile nell’atmosfera, sempre vagamente sognante, in cui si muovono i protagonisti.

Oltre il tessuto narrativo, ritroviamo il bellissimo affresco della società alla fine dell’Ottocento e tutti quei gesti e rituali che si sono persi nell’incedere del tempo.

La traduzione di Andrea Gide è precisa e puntuale e il corredo di note arricchiscono il testo di dettagli interessanti.

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Scrive (sli)
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