Appunti di Lettura

Mese: Maggio 2019

Il Grande Gatsby tra illusione e realtà

«ogni volta che ti senti di criticare qualcuno»mi disse,«ricorda solo che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu»

il grande gatsby- Francis scott fitzgeral

Non giudicatemi, non fermatevi a guardare le luci sfavillanti delle mie feste, ascoltate la musica che suona sotto le note del Sax, ubriacatevi di risate ed illusioni, ma poi tornate sobri e osservate con me la luce verde, mia unica ragione di vita…..

La storia di Jay Gatsby, personaggio dal fascino malinconico, incarnazione del Sogno americano è stata al centro della lettura condivisa, questa settimana, con le lettrici di #ateheranconnafisi.

F.S.Fitzgerald – (1896-1940) – proviene da una famiglia poco agiata, padre povero gentiluomo del sud, madre irlandese e cattolica. Il seme di rivalsa sociale ed economica trova qui le sue basi e le sue ragioni emotive.

P Il Grande Gatsby è la sua opera matura, capace di rappresentare emozioni e motivazioni delle classi più agiate degli anni Venti e di portare alla luce l’implicita distruttività.

Correlazioni

Il nostro F.S.Fitzgerald si arruola nell’esercito, come Gatsby, e sposa la sua “ragazza dorata“, Zelda, solo nel momento in cui raggiunge fama e ricchezza.

Zelda è la musa ispiratrice, prototipo di tutte le ragazze che vivevano nel palazzo bianco, che profumavano di orchidee e champagne, le cui voci tintinnavano di monete, figlie del re…come Daisy, evanescente oggetto dei desideri più romantici di Gatsby.

Daisy è la ragione per cui Gatsby, divenuto ricco grazie al contrabbando, ha deciso di vivere nel West Egg, lingua di terra a pochi chilometri dalla sfavillante New York, esattamente di fronte a East Egg, dove una piccola luce verde illumina il molo, approdo di quella compassata nobiltà di campagna, tanto snob, quanto vile.

La grande capacità di F.S.Fitzgerald è l’impronta evocativa che riveste ogni particolare della narrazione, ogni oggetto si veste di un significato simbolico…. e quella piccola luce, verde come i soldi e i sogni sbagliati, come dice Vittoria, è Poesia in un mondo di corrotti.


Gatsby credeva nella luce verde, l’orgasmico futuro che anno dopo anno recede davanti a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa: domani correremo più veloce, allungheremo di più le nostre braccia… E un bel mattino…

il grande gatsby- Francis S. Fitzgerald

Impressioni…

Valentina: “Io ho amato la metafora sulla luce verde del sogno americano 😍 mi ha rivelato quello che era il vero messaggio del libro e mi ha sconvolta e al tempo stesso conquistata. Lo trovo romantico anche se parla di disillusione”

Il sogno si è rivelato vuoto, chiuso in un passato che non ha saputo confrontarsi con la realtà , per Monica, il sogno americano, incarnato dalla luce verde, si è sgretolato e ridotto in polvere….

Per Alessia la speranza non ci deve mai abbandonare, ma Gatsby si è reso conto che il colossale significato di quella luce verde era svanito per sempre

Daisy vive nel suo castello dorato insieme al marito Tom, che Fede , come la maggioranza del GdL, detesta; adultero, vile ed arrogante rappresenta la bassezza di quegli anni, dove tutto era un passo al di là della ragione e la vita aveva lo scintillio di un’illusoria festa eterna.

” Erano persone sconsiderate, Tom e Daisy: fracassavano cose ed esseri umani e poi si ritraevano nel loro denaro o nella vastità della loro sconsideratezza, o qualunque cosa fosse a tenerli insieme, e lasciavano che fossero altria ripulire il sudiciume che avevano fatto…

Rita, il nostro segugio letterario: “ciò che mi ha colpito di più è la pochezza di valori che ne risulta. Mi sembra che ciò che abbia sempre contato siano i soldi e il potere”. La disillusione è palpabile...Gatsby è fermo nel passato, Jordan delude e Nick scrolla le spalle.

Gilda: “non ho odiato i personaggi, anzi li ho compresi. Non ho odiato il razzismo e il maschilismo di Tom. Non ho odiato la solitudine di Gatsby. Non ho odiato la vigliaccheria di Daisy. Nessuno è meglio dell’altro, perché sono tutti frutto di una società avara di sentimenti e di valori e materialista”.

Quando il romanticismo prevale…..

Io ho amato Gatsby, la sua illusione, la sua solitudine assordante e il suo atto estremo di generosità, espiazione per un sogno mal riposto….

Come James e Conrad, Francis S. Fitzgerald affida la narrazione ad uno spettatore, Nick, che evoca il magico e drammatico percorso del mito americano. Testimone empatico, ci racconta l’umanità e la visione romantica di Gatsby che :

deve aver avuto la sensazione di aver perduto il calore del mondo di una volta, di aver pagato un prezzo alto per aver vissuto tanto a lungo con un unico sogno.

il grande gatsby

Con l’illusione di avervi trasmesso uno sprazzo d’incanto e di aver colorato in modo soddisfacente le voci delle mie amiche lettrici, vi aspetto la prossima settimana, con tutte le riflessioni e le illuminazioni che ci darà Azar Nafisi, nel capitolo dedicato proprio a Gatsby.

Domenica Classico

*****Incontro con Kafka*****

Carissimo padre,

di recente mi hai domandato perchè mai sostengo aver paura di te. Come al solito, non ho saputo risponderti niente, in particolare proprio per la paura che ho di te, in parte perchè questa paura si fonda su una quantità tale di dettagli che parlando non saprei coordinarli neppure passabilmente.

lettera al padre – franz kafka


Scrittore geniale degli inizi Novecento, Franz Kafka scrive di getto, soprattutto di notte nella sua cantina, senza capoversi nè punteggiatura, liberando quelle parole che stridono e strepitano per veder la luce.

tutto il mio corpo mi mette in guardia da ogni parola, ogni parola prima di lasciarsi scrivere da me si guarda in giro da tutte le parti ” scriveva nei suoi Tagebücher – i diari del 1910-1923

Perfezionista a livelli estremi, ama il linguaggio giuridico e scientifico, si muove agevolmente nelle atmosfere flaubertiane, donando loro una nuova valenza Metafisica.

La sua penna è precisa e formale; le parole, scelte con meticolosità, delineano con tratti essenziali personaggi irrequieti, che si muovono in ambienti asettici, intensificando cosi il Pathos letterario.

Come Flaubert, che scrive lettere tormentate alla fidanzata Louise Colet, Kafka affida all’epistolario la parte piu indomita della sua esistenza e tutta la sua Opera letteraria, tra l’altro quasi interamente pubblicata postuma, acquista una particolare tridimensionalità.

Scrive Lettere intime a Felicia Bauer, fidanzata per due volte, mai sposata; con naturalezza confidò a Milena, in diverse Lettere, i suoi più profondi segreti ed infine riversa nella Lettera al padre, rimasta per sempre in un cassetto, tutto il suo disagio, che vedrà nell’insetto della Metamorfosi la sua Catarsi.

Kafka è la sua Storia, la sua Storia è Kafka!

Non si può scindere il Personaggio, l’Uomo dalla sua Storia. In pochi grandi artisti del Novecento si trova un connubio così stretto e così definitivo. Kafka ha patito la delimitazione sociale, dovendo seguire le orme già ben definite dal padre per lui; questa gabbia lo porterà a odiare l’organismo tirannico della famiglia, tema centrale dei suoi scritti.

Incomprensibile mi è stata la tua totale mancanza di sensibilità per il dolore e la vergogna che potevi infliggermi con le tue parole e i tuoi giudizi; era come se non avessi la benchè minima idea del tuo potere.

lettera la padre – Kafka

“Lettera al padre” rappresenta uno dei più importanti documenti umani e letterari della Letteratura tedesca del ‘900, in cui Franz Kafka srotola, con tutto il suo dolore, la sua coscienza filosofica, religiosa e razionale.

Ma il suo Capolavoro rimane per tutta l’umanità La Metamorfosi .

Una mattina Gregor Samsa, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato in un insetto mostruoso.

la metamorfosi – kafka

La genialità di questo incipit, così assoluto e deterministico, ci apre le porte, ben tre, della stanza dove tutto inizia ed ha una fine.

Rileggendo questo testo con il #megagdl di LeggoQuandoVoglio, forte è stata, in tutti noi, la consapevolezza di non poter più scindere la critica letteraria, con tutte le svariate interpretazioni, dalla pura e semplice lettura di queste splendide Pagine kafkiane.

La vita reale, quella unica e meccanica, che vive Kafka, si riflette amplificata, nella parabola tragica e grottesca dell’insetto Samsa.

Le ferree regole convenzionali che ritmano la vita dell’Autore, trovano in quest’opera tutta la loro tragicomica Vacuità.

Gregor Samsa è l’insetto più minuziosamente umano della Letteratura.

Nota è l’ossessione di Franz Kafka per il suo debole ed impacciato corpo fisico. Si allenava per ore, passeggiava, nuotava, si esponeva seminudo all’aria; solo per domare il suo Guscio Umano.

Il suo corpo gli impediva lo sviluppo intellettuale e spirituale.

L’annientamento sistematico di ogni brandello di forma fisica socialmente accettata, rappresenta per Gregor la Libertà assoluta; più lui perde il ricordo di essere umano, più si amplifica la sua compassione, la sua grande estrema bontà nei confronti dei suoi cari…più i suoi famigliari si ricordano di essere delle bestie mostruose.

Ho provato una pena struggente per Gregor, ho sentito sulla mia pelle le ferite che lui trascurava e forti in pancia , i pugni infami dei famigliari traditori.

Una Lettura necessaria, dovuta, che rimane nelle viscere… per sempre.

Felice di condividere questa Grande Storia con te Lettore!

Ti aspetto per il prossimo appuntamento con #domenicaclassico.


Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi

Nell’autunno del 1995, dopo aver dato le dimissioni dal mio ultimo incarico accademico, decisi di farmi un regalo e realizzare un sogno. Chiesi alle sette migliori studentesse che avevo di venire a casa mia il giovedì mattina per parlare di letteratura.

Azar Nafisi

Entriamo in punta di piedi nel salottino di Azar e sediamoci anche noi sul divano, dove prendono posto le nostre amiche lettrici, vestiamoci di colori e libertà, per assaporare le Pagine che verranno…

Il caso vuole, che per la nostra prima discussione, il gruppo #ateheranconnafisi sia composto proprio di 8 Lettrici!

Vittoria , Valentina,Alessia,Fede,Monica,Rita,Gilda ed Io

Come incantate rimaniamo a guardare queste ragazze, che giorno dopo giorno cominciano a prendere confidenza con la propria identità e ad assaporare timidamente quella piccola oasi di felicità.

La prima immagine che abbiamo di loro e che rimane impressa a tutto il gruppo, è vedere che sotto il Chador hanno un mondo di colori!

La Repubblica islamica ha involgarito i miei gusti in fatto di colori… Ho solo voglia di colori sfacciati, come il fucsia ed il rosso pomodoro. Sono troppo affamata di colori per vederli come un’espressione poetica, da scegliere con cura” queste sono le parole di Manna, la poetessa.

Questo tratto cosi saliente delle donne iraniane, ha fatto riflettere ognuna di noi, in particolar modo ci siamo stupite di aver notato che molte donne islamiche che incontriamo per le nostre strade, vestono con tinte particolarmente forti, per i nostri gusti occidentali, molto più annacquati!

Leggere insieme significa anche condividere le nostre esperienze ed arricchirci cercando di comprendere gli altri.

Assieme a Nafisi e le sue allieve leggeremo i testi che verranno presi in esame durante le sue lezioni.

Il nostro Programma segue queste tappe:

  • il 6 Maggio nella nostra prima riunione virtuale abbiamo letto e discusso il 1° capitolo di “Leggere Lolita a Teheran”. Tutte noi avevamo letto di recente “Lolita” di Vladimir Nabokov e le nostre opinioni sul testo si sono ampiamente arricchite grazie alla lezione di Nafisi.
  • il prossimo 13 Maggio leggeremo parte del Grande Gatsby di Fitzgerald condividendo le varie impressioni.
  • il 20 Maggio finiremo la lettura del Grande Gatsby e tireremo le somme di questo testo.
  • il 27 Maggio leggeremo e discuteremo poi il 2° Capitolo -Gatsby- di “Leggere Lolita a Teheran”
  • il 3 Giugno inizieremo a leggere ” Daisy Miller ” di Henry James
  • il 10 Giugno finiremo e discuteremo ” Daisy Miller ” di James
  • il 17 Giugno ci aspetta il 3°Capitolo – James – di “Leggere Lolita a Teheran” con le varie considerazioni di Nafisi.
  • il 24 Giugno finiremo il libro di Nafisi con la lettura dell’ultimo Capitolo – Austen – e so già che ci lascerà con un grande vuoto…che colmeremo con nuove proposte di lettura..;)

Il tema del Seminario di Azar era il rapporto tra realtà e finzione letteraria.

Inizia la Lezione… e ci troviamo a Nabokovlandia.

Le opere che Azar prende in considerazione hanno una caratteristica in comune: sono tutte storie di oppressi, perseguitati, vittime di Persecutori in grado di annientare la loro identità.

Cincinnatus C. è un condannato a morte, colpevole di «turpitudine gnostica», in Invito a una decapitazione .

Nabokov ci rende spettatori di una tortura annichilente e continuativa, che costringe il Protagonista a ricreare un mondo parallelo, fatto di parole magiche, che aiutano il nostro eroe involontario, a non conformarsi con le regole del Regime totalitario.

Ma la vera eroina che incarna la denuncia dell’essenza stessa di ogni totalitarismo è Lolita.

La potenza verbale, la forza narrativa, la scintillante alterigia di Humbert Humbert, è un inno alla rivolta, all’affermazione della vita contro la sua stessa precarietà!

La perfezione e la bellezza del linguaggio si ribella alla mediocrità e alla squallore di ciò che descrivono.

Azar Nafisi

Torniamo per un istante nel salottino letterario di casa Nafisi, dove sette ragazze iraniane leggono Lolita, libro proibito dal Regime.

La Rivoluzione islamica del 1979 ha sconvolto gli assetti monarchici, dall’impronta occidentale, che aveva il Paese, per instaurare un Regime, poco incline alle concessioni, ispirato dalla legge coranica.

In questa atmosfera repressiva, dominata dal silenzio della paura, dove le donne, obbligate ad indossare il Chador e a camminare per le strade a testa bassa, dove la musica, i film, i libri passano sotto il vaglio di un cieco censore; le nostre studentesse seguono le vicende di Lolita e Cincinnatus, trasposizioni letterari delle loro angosce.

La letteratura diventa per loro una necessità, unica via per assaporare quella felicità a loro negata. Quella felicità che altro non è che Disperazione capovolta,
come la definisce Pietro Citati.

La letteratura trova la sua gioia chissa dove, in zone cosi profonde e segrete, che la realtà non riesce a penetrare.

Pietro Citati in la felicità di nabokov

La lezione su Nabokov di Nafisi è commovente e coinvolgente, inframmezzata dai ricordi spezzati delle ragazze, dalla stima strabordante che Azar ha nei confronti di Nabokov, dal parallelismo naturale che viene a galla, nei silenzi e nei gesti, tra vittime vere e vittime di fantasia.

Il nostro gruppo si è ritrovato coeso nello strazio che le parole di queste ragazze hanno suscitato in noi, increduliti di fronte a tali comportamenti oppressivi, in grado di annullare l’individualità in nome di una cieca ideologia.

Valentina che ha finito il capitolo su Lolita in una sorta di gioiosa malinconia: «Personalmente, mentre leggevo, mi sembrava di leggere un distopico in stile 1984, ma al tempo stesso la consapevolezza che quanto descritto fosse reale, mi ha fatto esclamare ad alta voce quanto tutto questo fosse assurdo ed ingiusto».

La discussione del gruppo ha toccato vari temi portati alla luce da Nafisi, che ci affascinato e coinvolto. Professoressa illuminata ed appassionata, ci ha fatto apprezzare ancora di piu la lettura dei testi di Nabokov e ci ha portato a riflettere sull’equilibrio precario tra realtà e fantasia.

“Azar riesce a dar voce ad alcuni miei pensieri, che non riuscivo a formulare” dice Monica, ” Il lavoro critico che fa è interessantissimo… vorrei una Professoressa cosi!”

” Vivere in un regime totalitarista non deve essere semplice. Le continue contraddizioni di una repressione culturale devono essere talmente ingiuste da creare proprio quegli incubi che ha Azar” afferma Rita

La risposta ad Azar Nafisi, sullo stretto rapporto tra Quotidiano ed Immaginazione, la sintetizza la risposta di Vitto!” …nell’arte non cerchiamo la verità, ma epifanie della verità, ovvero quelle finzioni letterarie che mettono in moto qualcosa in noi che ci sembra famigliare”.

Fede ci ricorda con passione da lettrice ” …ogni lettore quando legge legge se stesso, questo è uno degli aspetti meravigliosi dei libri, riescono ad adattarsi a tutti, indipendentemente dalla razza, dall’età o dal paese di provenienza…”

Infine tutte concordi con Gilda: ” …il livello di coinvolgimento provato in questa parte di Nafisi non lo provavo da un po’”

Sperando di aver dato il giusto Colore alle voci di tutte le Lettrici coinvolte, aspetto con gioia il prossimo appuntamento!

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