Decimo Episodio dell’Ulisse di Joyce : ROCCE ERRANTI o Simplegadi
Eccoci con lâappuntamento interamente dedicato a Joyce
ð Siamo arrivati al punto centrale del libro, allâEpisodio che disegna la mappa del percorso di lettura e ci indica la strada da percorrere ….
Cerchiamo di capire perchÚ Joyce abbia dedicato questo decimo episodio alle Simplegadi.
â°Le Simplegadi sono, nella mitologia greca, un gruppo di isole, note anche come Isole Cianee, all’ingresso del Ponto Eusino. Si narrava che queste isole si scontrassero continuamente fra loro (da qui il nome), costituendo così un pericolo per i marinai.
â° Il parallelismo tra la mitologia ed i nostri personaggi dellâUlisse di Joyce si può semplificare con lâazione in sÚ e con la sua metafora: lâERRARE per la città , il vagabondare del pensiero e dello spazio, il seguire un percorso apparentemente casuale e caotico, che in realtà svela una sua perfetta logica. .
Joyce, maestro dellâinganno, ci consegna un episodio diviso in 18 sottoparti ( stesso numero degli episodi di tutto il libro ) ed un epilogo corale.
Ogni spezzone Ú indipendente dallâaltro, ogni interludio rappresenta una parte della mappa, tutti si incrociano, ma si sfiorano senza toccarsi…
Ma dove siamo rimasti?
Sono le h 15 di una splendida giornata , precisamente il giovedì 16 Giugno 1904.
.ðšð® Percorriamo le strade di Dublino assieme ad una cinquantina di personaggi. .
Lo stile Ú lineare, fluido, si riescono a distinguere i vari momenti di sincronizzazione tra i personaggi… tutto Ú liquido come il fiume Liffey… tutto scorre senza barriere, tutto Ú istinto intellettivo, come libere sinapsi .
Incrociamo le sorelle di Stephen Dedalus, che ritornano dal banco dei pegni a mani vuote.
â
Incontriamo Stephen che parla con il suo ex insegnante di italiano Almidano Artifoni. â£ïžAlle 15 e 15 incominciamo a seguire Boylan che si reca al suo appuntamento galante con Molly.
Vediamo Bloom che si attarda oziosamente a passare in rivista i libri della biblioteca circolante, soffermandosi sul Capolavoro di Aristotele ed I racconti del ghetto .
OGNI PICCOLA PARTE COMPONE UN PEZZO DEL PUZZLE
La strada, i palazzi, le botteghe sono importanti tanto quanto le
persone che le percorrono, ogni piccolo elemento di questa scena corale Ú
lo specchio del Romanzo.
.
Questo Episodio si vive, si guarda, si respira con i polmoni del Popolo irlandese .
Vi aspetto la prossima settimana con la musica di Joyce ð
Nono Episodio dell’Ulisse di Joyce: Scilla e Cariddi
Buon giorno Readers !!
Eccoci di nuovo in compagnia di Stephen Dedalus, in un Nono Episodio spumeggiante, all’insegna del dialogo, del dibattito e del confronto, ambientato nell’illustre luogo del sapere irlandese: la National Library of Ireland.
Sono le H 14
Sia Bloom che Stephen sono diretti alla Biblioteca Nazionale d’Irlanda, dove si dipana tutto l’episodio
Personaggi: Stephen Dedalus, Leopold Bloom, il bibliotecario Thomas Lyster capo quacchero, un letterato di nome W.C.Magee noto con lo pseudonimo di John Eglinton, un altro bibliotecario di nome Mr Richard Best ( il cui cognome favorirà un gioco di parole che allude al second best bed di Shakespeare ), il poeta George Russel, noto come A.E., infine appare Malachi Mulligan.
Scilla e Cariddi
Due enormi mostri marini erano agli opposti dello Stretto di Messina e Odisseo doveva scegliere se cadere nel vortice di Cariddi oppure sfidare le voraci teste di Scilla.
Nel titolo di questo Nono Episodio si può intravedere il Tema centrale che si focalizzerà sull’ Opposto, la Scelta, il Contrappunto.
Queste sono le pagine che in assoluto ho sottolineato di più!
Ho evidenziato pensieri, ho provato ammirazione per tutte le opere citate e quelle intuite, mi sono stupita ed ho provato una profonda gratitudine per ciò che considero un Capolavoro Letterario.
La retorica
Un’arte raffinata, un’espressione del talento intellettivo dell’oratore, che mette in campo tutta la sua Cultura per difendere la sua tesi.
– Tutte queste questioni sono puramente accademiche, oracoleggiò Russell dalla sua ombra. Voglio dire se Amleto sia Shakespeare o Giacomo I o Essex. Discussioni di reverendi sulla storicità di Gesù. L’arte deve rivelarci idee, essenze spirituali senza forma. La domanda suprema circa un’opera d’arte Ú da quali profondità spirituali essa scaturisca.
Stephen Dedalus discute con fervore ed entusiasmo il problema della paternità .
Le argomentazioni di Stephena a difesa della sua tesi, secondo la quale Shakespeare nell’opera si identifica con il defunto re di Danimarca padre di Amleto e non con quest’ultimo, sono condotte attraverso richiami letterari che dimostrano una conoscenza approfondita delle opere shakespeariane.
I letterati presenti in Biblioteca non condividono la stessa idea di Stephen Dedalus, scatenando così un fervido dibattito oratorio, declinato in tutte le forme della retorica conosciuta.
L’avvelenamento e la bestia con due dorsi che ne fu la causa, lo spettro del re Amleto certo non poteva conoscerli se non fosse stato dotato di conoscenza dal suo creatore.
Stephen
Was du verlachst wirst du noch dienen
Ciò che deridi oggi, un giorno ne sarai servo.
Citazione di un proverbio tedesco, particolarmente appropriato nel dibattito che ha luogo nella biblioteca.
Profondamente internazionale, Joyce intervalla la narrazione con frasi e citazioni prese in prestito dalla storia letteraria di altri Paesi.
Frasi belle
Questo libro Ú costellato da frasi la cui valenza emotiva e filosofica Ú pregnante e lascia un solco nel cammino della lettura.
Ogni vita Ú una moltitudine di giorni un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli, adulterini. Ma sempre incontrando noi stessi.
Semplicemente sublime
Stephen Dedalus e la PaternitÃ
– Un padre, disse Stephen, lottando contro lo scoramento, Ú un male necessario.
Stephen nel Nono episodio dell’Ulisse
La paternità in quanto generazione cosciente, Ú sconosciuta all’uomo. à uno stato mistico, una successione apostolica, dall’unico generatore all’unico generato. Su quel mistero e non sulla madonna che lo scaltro intelletto italiano ha gettato in pasto alle genti d’Europa Ú fondata la Chiesa e fondata irremovibilmente in quanto Ú fondata, come il mondo, macro e microcosmo, sul vuoto.
stephen e l’idea di padre
La paternità Ú una finzione legale.
Le ossessioni di Stephen, i rimorsi di coscienza nei confronti della madre morta, i fantasmi del passato che gli ricordano un difficile rapporto con il padre, tutto si confonde con gli spettri delle opere di Shakespeare, per creare quel fantastico stordimento intellettuale, che incanta e seduce.
Per ricordarci cinicamente che…
à un’era di esausto puttanesimo che brancola verso il suo Dio
Stephen Dedalus
Con questo Nono Episodio siamo arrivati al giro di Boa, esattamente a metà Magnum Opus, non solo letterariamente, ma anche nella sua accezione alchemica, come itinerario di trasformazione della materia prima grezza, in pietra filosofale.
Eccoci arrivati al Capitolo più mangereccio dell’Ulisse e non a caso Joyce lo dedica ai Lestrigoni incontrati da Odisseo.
Ma chi sono i Lestrigoni?
I Lestrigoni sono un popolo leggendario di giganti antropofagi, che per ordine del loro re, Antifate, distrussero la flotta di Ulisse ed uccisero tutti i marinai infilzandoli con enormi spiedi. Si salvò dalla strage solo la nave dell’eroe, rimasta all’ancora fuori dal porto.
Tutto l’Ottavo episodio dell’Ulisse ruota intorno al tema del Cibo; la Fame, non solo fisica, ma anche mentale; la Sensualità dell’atto del mangiare e tutte le varie connessioni sensitive che il cibo sa smuovere.
Fammi vedere come mangi e ti dirò chi sei
Il pranzo
Sono le H 13 del 16 Giugno 1904
Per le strade di Dublino, a sud della colonna di Nelson, Bloom passeggia e si ferma poi a pranzo al Davy Byrne’s Pub
Personaggi: Leopold Bloom incontra per la strada varie persone a lui note, tra cui una vecchia fiamma Mrs Breen, al pub parlerà con un conoscente dal nome Nosey Flynn ( Joyce gioca sempre con le parole Nosey= curioso) che ovviamente sa tutto di tutti ed un ragazzo cieco.
Lo stile Ú lineare e segue il dialogo interiore di Bloom, intrecciato a parti dialogiche che innescano il movimento del ricordo.
Tutte le parole hanno in qualche maniera un rimando al cibo
Bloom: ebreo non osservante e massone
Come se fosse un Puzzle da ricostruire,Joyce disseminain questo ottavo episodio, diversi pezzi che ci consentono di delineare in modo più completo la figura del nostro Odisseo.
Rete trippe ammuffite gargarozzi attortigliati e sminuzzati. Rompicapo a trovare la carne. Kosher. Mai carne e latte insieme. Igiene la chiamano ora. Digiuno di Yom Kippur pulizie primaverili delle budella. La pace e la guerra dipendono dalla digestione di un individuo. Religioni.
Bloom nell’ottavo episodio
Come abbiamo visto nel quarto episodio, Bloom fa tranquillamente colazione con rognone di maiale cotto nel burro. Tutta la cultura ebraica che consiglia di cibarsi di cibi Kosher, perchÚ il cibo Ú nutrimento, non solo del corpo, ma anche dello spirito, viene bellamente ignorata!
Che serataccia di vento quando andai a prenderla c’era quella riunione della loggia per quei biglietti di lotteria dopo il concerto di Goodwin nella sala dei banchetti o dei ricevimenti del municipio.
bloom
Le riunioni delle Logge sono per i soli massoni…
– à nella società , disse
– Ma cosa mi dice! fece Davy Byrne.
– E come, disse Nosey Flynn. Ordine antico libero ed accettato. Luce, vita e amore, perdio. Gli dà nno una mano. Me l’ha detto un, ehm, non starò a dire chi.
nel Davy Byrne’s pub
chissà come mai, c’Ú sempre qualche personaggio che deve parlare e sparlare di Bloom … possibilmente alle spalle….
Sincronie
Il sorriso gli svanì dalle labbra mentre camminava, una nube pesante nascondeva lentamente il sole, ombreggiando la facciata aggrondata di Trinity college.
Durante l’arco della giornata si possono notare delle sincronie tra ciò che attrae l’attenzione di Bloom e ciò che osserva Stephen. Minuzie che acquisiscono un significato solo nel momento in cui le notiamo.
La nube che passa lentamente in cielo viene notata da entrambi i nostri personaggi, trascinando con sÚ pensieri e riflessioni differenti.
Nessuno Ú niente.
Questa Ú proprio la peggiore ora del giorno. Vitalità . Opaca, oscura: odio quest’ora. Mi par d’essere stato mangiato e vomitato.
Bloom
Il pranzo
Dopo aver chiacchierato con Mrs Breen, una vecchia amica di Leopold ed essersi aggiornato sullo stato di salute di Mina Purefoy, una conoscente comune, che avrebbe partorito da lì a poche ore; Bloom si perde nel suo flusso di pensieri.
In questo Libro da cosa nasce sempre cosa e l’incontro con la sua vecchia fiamma mette in moto nella mente di Bloom ricordi legati al passato felice con Molly e riflessioni sul presente amaro e sgradevole.
Nel frattempo Bloom Ú entrato nel ristorante rumoroso e sporco di Burton, per uscirne subito e dirigersi verso il pub di Byrne.
– C’Ú un tramezzino al formaggio?
– Sì Signore.
Mi piacerebbe anche qualche oliva, se ci fosse. Le preferisco italiane. Un bel bicchiere di borgogna portalo via. Lubrifica. Una bella insalata fresca come un cetriolo. Tom Kernan la sa condire. Ci mette il tocco da maestro. Puro olio d’oliva
bloom a pranzo
Il ragazzo cieco
Uscito dal pub Bloom incontra un ragazzo che svelerà il lato più umano e compassionevole di Leopold.
Un giovanotto cieco era fermo sul marciapiede battendone l’orlo con il bastoncino. Nessun tram in vista. Vuol traversare.
bloom e il ragazzo cieco
Questo giovanotto e la sua cecità invaderà la mente di Bloom, portando il lettore a leggere, incantato, parole dalla splendida e fulgida bontÃ
Poveretto! Un ragazzo ancora. Terribile. Proprio terribile. Che sogni potrà fare, se non vede? La vita Ú un sogno per lui. Dov’Ú la giustizia quando si nasce così?
bloom nell’ottavo episodio
Mano a mano che prosegue la lettura dell’Ulisse ci troviamo sempre più legati a questo bizzarro e umanissimo Personaggio, Leopold Bloom, riscoprendo nei suoi pensieri più semplici, una profonda ed ammirevole Tolleranza.
Vi aspetto la prossima settimana con Stephen e la sua versione tutta personale dell’Amleto!
Ci siamo ormai abituati al ritmo dei pensieri di Bloom, agli incastri narrativi che fraseggiano le varie vicende, colorandole di mille sfumature e densità .
Ora il registro cambia.
Stiamo leggendo l’Ulisse e sappiamo tutti quanto si Ú divertito Joyce a disseminare trappole ed indovinelli.
Siamo consapevoli che l’Ulisse sia poco Reader Friendly, tanto che la maggioranza ha solo millantato la lettura di questo Capolavoro Post- modernista.
Per cui siamo pronti a ribaltare le regole lineari e fluide della nostra percezione letteraria, per dare libero accesso ad un nuovo universo di parole; anarchiche, invadenti.
Il Giornale
Dalle H 12 alle H 13
Redazioni del Freeman’s Journal ( la testata per la quale Mr. Bloom lavora ) e Evening Telegraph, vicino alla colonna di Nelson, nel centro della città subito a nord del Liffey
Personaggi: Bloom, Stephen, Ned Lambert, J.J.O’Molloy, Simon Dedalus, il direttore Myles Crawford e il giornalista Lenehan.
L’intero episodio Ú scandito da divertenti titoli che parodiano quelli dei giornali.
L’ars rethorica, con espliciti richiami allâoratoria civile e politica, viene percorsa in tutte le sue declinazioni possibili.
Joyce dà fondo al dizionario della lingua inglese, per non accontentarsi mai e creare lemmi dal suono gutturale, echi di un sottobosco sociale.
à CON PROFONDO RAMMARICO CHE ANNUNCIAMO LA SCOMPARSA DI UN EMINENTE CITTADINO DUBLINESE
C’Ú anche Hynes: resoconto del funerale probabilmente. Tonfi, cupi tonfi. Stamattina i resti mortali del defunto Patrick Dignam. Macchine. Ti riducono in briciole un uomo se lo afferrano. Oggi governano il mondo. Anche i suoi macchinari lavorano a tutta forza. E quel vecchio sorcio grigio che spingeva per entrare.
Bloom si reca al giornale per piazzare un annuncio di Alexander Keyes, per cui ha in mente di realizzare un disegno con due chiavi incrociate.
Ma i due si incrociano ancora una volta, senza parlarsi.
Battiti e dibattiti
I vari personaggi danno vita, in questo settimo episodio dell’Ulisse, ad un ironico e scanzonato dibattito su personaggi e fatti molto nazional-popolari. Very Very Irish.
Senza dimenticarsi di fare qualche escursione filosofica in altri lidi…
[…] Pensiamo a Roma, imperiale, imperiosa,imperativa.
Tese le braccia elocutorie fuor dai polsini macchiatie sfilacciati, con una pausa:
– Cos’era la sua civiltà ? Vasta, lo concedo: ma volgare. Cloacae: fogne.
I Giudei nel deserto ed in cima alle montagne dissero: Qui star conviene. Eleviamo un altare a Gehova. Il romano, come l’inglese che ne segue le orme, portò a ogni nuovo lido su cui mise piede( sul nostro lido non ce lo mise mai ) solo la sua ossessione cloacale.Si guardò intorno avvolto nella sua toga e disse : Qui star conviene. Costruiamo un Watercloset.
Questo settimo episodio, intitolato ad Eolo, cita filosofi e personaggi storici, letterati e sensitive, accostando sacro e profano con la leggerezza della provocazione, sfrastornando ed incantando il lettore.
Eccoci al nostro appuntamento con Joyce e tutti i suoi succulenti enigmi. Dopo aver fatto colazione, prima con Stephen Dedalus nella Torre Martello, poi con Leopold Bloom ad Eccles Street, vediamo i nostri protagonisti incamminarsi per le loro normalissime esistenze, incrociando lo sguardo sulla stessa nuvola di passaggio…
Per queste strade si incroceranno, inconsapevolmente, più volte.
Il nostro viaggio con l’Ulisse di Joyce ci porta a leggere pagine tristi, dense di speranze sfumate, di vite mai vissute.
L’Episodio Ú dedicato all’Ade di Omero, ma il confronto con il nostro Ulisse Ú sconfortante. Odisseo conoscerà nell’Ade il suo destino e quello dei suoi compagni, mentre per Bloom la discesa nel Regno dei morti Ú l’ennesima riprova della sua limitatezza.
Leopold Bloom ricorda con dolore la perdita del padre e del figlio Rudy
In queste pagine la morte riveste ogni spiraglio di realtà , dai ricordi, ai palazzi decadenti, ai discorsi su persone ed eventi luttuosi… tutto Ú frustrazione, dolore, perdita; al centro di questo mondo paralizzato, vi Ú Leopold Bloom e la sua inadeguatezza, che lo porterà a dissolvere i suoi contorni con la spettralità del suo isolamento.
Sesto episodio: cominciamo dall’inizio.
H 11 del mattino
A partire dalla casa di Dignam in Newbridge Avenue 9 a Sandymount, fino al cimitero di Glasnevin
Protagonisti: Leopold Bloom, Martin Cunningham, un brav’uomo cortese e raffinato, Mr Power e Simon Dedalus, padre di Stephen; tutti amici di Paddy Dignam, morto presumibilmente per un eccessiva dose di alcool; riuniti nella stessa carrozza del corteo funebre. Intorno a questo episodio ruotano altri personaggi secondari, come Joe Hynes il cronista.
Lo stile narrativo di questo episodio Ú fluido e scorrevole. La terminologia religiosa Ú declinata con un un registro farsesco. I dialoghi ed il monologo interiore di Bloom si alternano con una cadenza armoniosa.
Mr Bloom spostò lo sguardo dai suoi baffi iracondi al volto mite di Mr Power e agli occhi e alla barba, col suo grave tremito, di Mr Cunningham. Uomo caparbio rumoroso. Pieno di suo figlio. Ha ragione. Qualcosa da lasciare in retaggio. Se il piccolo Rudy fosse vissuto. Vederlo crescere. Sentire la voce in casa. A passeggio accanto a Molly con la divisa di Eton. Mio figlio.
Questi i pensieri che tormentano Leopold Bloom durante il viaggio verso cimitero.
Il rapporto padre/figlio investe una parte importante nel sottomondo psicologico di Bloom. Il figlio Ú morto prematuramente a 11 giorni dalla nascita ed il padre Ú morto suicida con una dose di veleno.
La percezione che Leopold abbia bisogno di trasferire l’amore paterno su Stephen Dedalus diverrà sempre più prepotente nel prosieguo della giornata.
Tra battute poco eleganti e i commenti riguardanti fatti di cronaca dublinese, il gruppetto di amici palesa una forte inclinazione antisemita che acuirà il senso di inferiorità che assilla Bloom e ci delinea un prototipo di Antieroe per eccellenza, simbolo di ogni decadenza.
- Affogare Barabba! urlò Mr Dedalus. Cristo volesse che ci fosse riuscito!
Simon Dedalus schernisce con cattiveria Reuben J.Dodd, usuraio ebreo, il cui figlio Ú quasi morto annegato. Bloom cerca di arginare le offese razziali, intervenendo nel racconto, ma viene messo a tacere.
Giudizi e pregiudizi
– Ma peggio di tutti, disse Mr Power, Ú chi si toglie la vita.
Martin Cunningham tirò fuori di scatto l’orologio, tossì e lo rimise a posto.
– La vergogna più grande che ci possa essere in una famiglia, aggiunse Mr Power.
– Pazzia momentanea, naturalmente, disse decisamente Mr Cunningham. Dobbiamo vedere la cosa con un po’ più di comprensione.
– Si dice che chi lo fa Ú un vigliacco, disse Mr Dedalus.
– Non sta a noi giudicare, disse Martin Cunningham.
Questo corrosivo scambio di battute mette in luce la totale diversità di Leopold Bloom rispetto ai presenti.
Ebreo di nascita, battezzato in seno alla Chiesa protestante ed infine divenuto cattolico solo per poter sposare Marion Tweedy.
Il padre morto suicida, sarà per Bloom fonte di vergogna ed origine di un baratro che la morte del figlio renderà più profondo. Outsider per destino, fantasma di una umanità laica, gentile e compassionevole.
Il suo Giudaismo latente e il suo finto cattolicesimo, lo marchia e lo esilia. Esule, come lo stesso Joyce a Trieste, in una Società di conformisti.
Interessante l’allusione a Shakespeare e alla sua Ofelia, simbolo di un amore devoto e folle; morta suicida per annegamento … che ricorda il figlio di J. Dodd e il padre di Bloom.
Un Mistero mai svelato…
Ma chi Ú quello spilungone laggiù col macintosh? Chi Ú vorrei sapere? Pagherei qualche cosa per sapere chi Ú. Spunta fuori sempre qualcuno che non ti sognavi neanche. Uno potrebbe vivere nel suo buco solo tutta la vita.
L’uomo con il macintosh si affaccerà tra le pieghe di questa giornata, altre 11 volte, tutte in contesti differenti, lasciando dietro pochi piccoli indizi per decifrarne l’identità .
Sono molteplici le affermazioni che vedono in questa figura misteriosa l’alterego di Joyce – come sostieneNabokov – ma sono intriganti anche le supposizioni che vedono in questa figura indecifrabile la rappresentazione dell’ignoto, dell’inconscio; argomento caro a Joyce ed al massone ed alchimista Bloom.
A voi la parola e alle conclusioni che trarrete a fine lettura…
Per oggi le briciole si sono moltiplicate e gli enigmi divenuti meno fumosi…
Vi aspetto Venerdì prossimo con un divertentissimo 7° episodio, che vedrà Bloom alle prese con il linguaggio giornalistico e tutte le sue declinazioni.
Dal 1908 al 1910 fu residenza di un caro amico di Joyce, ma la casa venne demolita negli anni Sessanta. Unico elemento autentico preservato nella sede del Joyce Centre di Dublino Ú la porta, insieme alla struttura in mattoni nella quale Ú incastonata.
Una curiosità storica Ú legata proprio alla porta di questa casa.
La forma di questa porta richiama lo stile giorgiano sviluppatosi tra il 1714 ed il 1830, che vide il sorgere di numerose case a schiera con le tipiche porte colorate; Porte che divennero il simbolo di benvenuto a Dublino.
Con l’Ulisse di Joyce ci apprestiamo a percorrere le strade di Dublino, a conoscere la città nella sua variegata storicità ed a incontrare l’umanità che la vive e la sopravvive; seguendo il sottile biasimo che Joyce nutre per una Irlanda corrotta.
Un grigio orrore gli gli consumava la carne. Zeppando il foglio in tasca prese per Eccles Street, affrettandosi verso casa. Freddi umori gli scorrevano per le vene, gelandogli il sangue: la vecchiaia lo incrostava di una scorza salina. Ecco, ci sono. Boccaccia della mattina brutti pensieri. Svegliato male. Devo riprendere quegli esercizi di Sandow. Giù sulle mani. Case di mattoni marrone chiazzato. Il numero ottanta ancora sfitto. PerchÚ poi?
Leopold Bloom
Leopold Bloom
Chi Ú l’Ulisse di Joyce?
à figlio dell’ebreo ungherese Rudolph Virag ( in ungherese = fiore ) che cambierà il suo cognome in Bloom ( appunto fiore in inglese ) e di madre irlandese ed ungherese.
Il padre si toglierà la vita dopo la morte della moglie.
Leopold Bloom Ú un ebreo non praticante, materialista, massone, mite ed insicuro. La sua curiosità per i dettagli lo rende a volte pedante e ripetitivo.
La sua mente ha un’intelligenza mediamente raffinata, ma non eccelsa come quella di Stephen Dedalus, quindi il lessico che userà Joyce per delineare la trama dei suoi pensieri, sarà più grezzo.
Mr Bloom guardava curioso, gentile, la flessuosa forma nera. Pulita a vedersi: la lucidità del pelo liscio, il bottoncino bianco sotto la radice della coda, i lampeggianti occhi verdi. Si chinò verso di lei, mani sulle ginocchia.
_ latte per la miciolina, disse
_ Mrkgnao! piagnucolò la gatta
li chiamano stupidi. Capiscono quello che si dicemeglio di quanto noi non si capisca loro.
Compassionevole e premuroso; nel corso delle mille e passa pagine ci affezioneremo a lui e seguiremo il filo dei suoi pensieri con crescente empatia.
Personaggio simbolo di una Umanità frustrata, rappresentante di un popolo perseguitato, incarnazione dello sguardo disilluso del suo Creatore.
Leopold Bloom percorrerà questa giornata di Giugno a testa bassa, non opponendosi al suo destino di marito tradito, di ebreo deriso e di uomo perdente. Non c’Ú ribellione o fastidio nelle pieghe dei suoi pensieri, ma una lenta e pigra accettazione.
A colazione con Leopold Bloom
Uova e prosciutto, no. Niente uova buone con questa siccità . Ci vuole acqua fresca pura. Giovedì non Ú nemmeno giornata per rognone di castrato da Buckley. Fritto nel burro, un zinzino di pepe. Meglio un rognone di maiale da Dlugacz. Aspettando che l’acqua bolla.
In perfetta sincronizzazione con Stephen e la sua colazione con Mulligan ed Haines, il nostro Poldy ( nomignolo che mi piace veramente tanto ð e che gli darà Molly ) si sveglia, va in cucina a preparare la prima colazione alla moglie Molly, che si attarda assonnata, a letto, coccola la gatta e poi esce a comprare il rognone di maiale ( molto poco Kosher ).
Il monologo interiore di Leopold Bloom, seguendo la concezione Bergsoniana per cui gli istanti non si dipanano in linea retta, ma si dilatano e si restringono a seconda dei percorsi mentali della persona, ci porta su differenti piani temporali e con immediatezza percettiva ci introduce nei ricordi più personali del Personaggio.
La prima scena che Joyce ha scelto per presentarci il suo Ulisse Ú significativa.
Un uomo premuroso, che si appresta a preparare la colazione per la moglie, che tranquillamente si fa servire.
I canoni famigliari vengono ribaltati, così come saranno stravolte tutte le regole del romanzo classico.
La ninfa Calypso
Questo episodio Ú stato dedicato da Joyce alla ninfa Calypso.
Trovare un parallelismo tra Molly e Calypso Ú pressochÚ impossibile. La Ninfa trattiene per sette anni Odisseo nella sua isola di Ogigia, perchÚ Ú innamorata. Molly, per contro, non vorrebbe mai che Poldy rimanesse a casa, in quanto, nel pomeriggio, attende il suo amante: l’impresario Boylan.
Troviamo una sorta di fil rouge che lega Bloom alle vicende di Odisseo, in un piccolo quadretto che Leopold dice sia appeso sopra il loro letto. La Ninfa al bagno.
Metempsicosi
Fammi vedere – disse lei. Ci ho messo un segno. C’Ú una parola che vorrei chiederti.
Inghiottì una sorsata di tÚ dalla tazza che reggeva non dalla parte del manico e dopo esseresi pulita rapidamente i polpastrelli sulla coperta cominciò a cercare nel testo con una forcina fino a quando non arrivò alla parola.
“Mette cosa?” chiese lui.
“Qui” disse lei. ” Cosa significa?”.
Lui si chinò e lesse vicino alla lucina unghia della moglie.
” Metempsicosi?”
” Che cosa si mette?”
” Metempsicosi” ripetÚ lui aggrottando le ciglia ” à greco: dal greco. Significa trasmigrazione delle anime”.
“Oh che palle !” disse lei ” Ma parla come mangi!”.
Dopo averle preparato la colazione, portato la posta e letto la lettera della figlia Milly, Leopold cerca di istruire il grezzo e ruvido intelletto della moglie, proponendoci uno dei dialoghi più divertenti del romanzo; ovviamente sotto le semplici parole, vi Ú un mondo di simboli ed allusioni che faremo finta di aver compreso ð
Leopold Bloom entrerà nella vostra vita per non uscirne più, Ú e sarà sempre un Personaggio che amerete con tutte le sue manie e piccolezze di uomo normale.
Troveremo Poldy che, uscendo dalla latrina, dove ci descrive con precisione ogni suo movimento intestinale, mentre legge il giornale, dovrà andare al Funerale del suo amico Dignam.
Ma questo succederà Venerdì prossimo.
Queste briciole di curiosità vi aiuteranno a comprendere un po’ meglio
le vicende che seguiranno, rendendo più divertente questo nostro viaggio
insieme a Joyce.
Terzo Episodio dell’Ulisse – Stephen Dedalus ed il Flusso di Coscienza
Buongiorno Readers!
Eccoci al primo vero monologo interiore, alstream of consciousness, consistente nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi.
In compagnia dei Pensieri solipsistici di Stephen Dedalus e del suo intricato Labirinto mentale, attraversiamo la Spiaggia di Sandymount, la spiaggia più larga di Dublino.
Ineluttabile modalità del visibile: almeno questo se non altro, il pensiero attraverso gli occhi. Sono qui per leggere le segnature di tutte le cose, uova di pesce e marame, la marea avanzante, quella scarpa rugginosa
incipit terzo episodio
Stephen Dedalus andando verso la città , passa dalla spiaggia e camminando medita…
Su ciò che non si può evitare, sulla forma, opposta alla sostanza.
La morte della madre, la ricerca del padre, la miseria morale e materiale dell’Irlanda, l’artista ribelle sono i temi più riconoscibili, con un sottofondo ermetico riconducibile ad una ricerca di dialogo personale con Dio.
Stile e Linguaggio
Mentre l’anarchia sintattica dei suoi pensieri mira a depistare il Lettore, gli strati di ricordi e le associazioni mentali, coscienti e subcoscienti, portano a galla tutta la poetica di Joyce.
Il crollo delle strutture narrative tradizionali porta Joyce a ricercare un linguaggio nuovo, sofisticato, come richiede la mente poliedrica di un artista come Stephen Dedalus.
Le parole devono trasmettere immagini, sensazioni, come lampi neurologici e questo si realizza attraverso frasi brevi e discontinue, cambi di scenari temporali e spaziali, un lessico colorato e multilingue.
Il monologo di Stephen Dedalus stravolge la normale percezione di lettura.
Il confine tra realtà e fantasia si annulla e crea quel sottile straniamento che incanta il lettore; non nascondo che la tecnica narrativa risulta ostica al primo impatto, poi, lasciandosi trasportare dal flusso di visioni, più o meno percepite, la corrente vi trascinerà !
Chi Ú Proteo?
Getto da me quest’ombra finita, ineluttabile umana forma, la richiamo a me. Infinita, sarebbe mia, forma della mia forma? Chi mi vede qui? Chi mai dovechessia leggerà queste parole scritte? Segni in campo bianco.
nella mente di Stephen Dedalus
Proteo Ú una divinità greca, figlio di Oceano e Teti, con il dono di saper vedere nel futuro e di poter mutare aspetto e forma in ogni momento. Questo mimetismo viene sfruttato da Proteo ogni qualvolta riceve da qualcuno la richiesta di prevedere ciò che dove ancora accadere. Proteo non accettava questo suo talento. Nel quarto libro dell’Odissea di Omero, Menelao narra a Telemaco di come egli sia riuscito con la forza, a farsi predire gli eventi futuri dal Dio Proteo.
Stephen Dedalus si interroga sulla mutevolezza della forma attraverso la Vista, ricordando la concezione Pansofistica del mistico tedesco Jakob Böhme (1575-1624) e l’empirismo aristotelico.
Dietro la figura di Proteo si mimetizza Joyce stesso; Stephen Dedalus rappresenta quella fase esistenziale che vede l’Autore nella sua giovane ribellione artistica. La sua Opera Ritratto dell’artista da giovane ci introduce la figura di Stephen, alter-ego dello stesso scrittore.
La storia Irlandese
Tra le righe del monologo interiore del nostro moderno Telemaco, si trova una riflessione importante sulla storia irlandese.
Viene ricordato Kevin Egan, pseudonimo di Joseph Casey, un ribelle irlandese espatriato e definito âanitra selvaticaâ, soprannome dato a tutti gli esuli politici irlandesi.
Guardando il Forte Pigeon House, Stephen rivive la prigionia di J. Stephens che, secondo la leggenda, riuscì ad evadere travestito da donna.
Joyce auspica l’emancipazione dell’Irlanda dal dominio inglese e riesce nell’impresa di produrre il primo Poema epico della sua Nazione.
Voi trovate oscure le mie parole. L’oscurità Ú nelle nostre anime, non vi pare?
stephen Dedalus
Vi lascio con un mio personalissimo pensiero…
Leggendo questo episodio si rischia di sentirsi mortificati dai molteplici richiami filosofici, storici, letterari, teologici…
Non lasciatevi schiacciare dalla mole di note e noticine che vi servirebbero per capire tutto! Respirate ed immergetevi nella mente di Stephen, senza se e senza ma, solo così potrete divertirvi!
Qui trovate qualche briciola per continuare il cammino …
I nostri personaggi si vivono, si intrecciano, si studiano, mentre la loro giornata trascorre in previsione del Ritorno.
Il Ritorno Ú il Leitmotiv di tutta l’opera. Ritorno dal passato, che anima i pensieri dei nostri personaggi; ritorno al presente, a sÚ stessi, alla contingenza; ritorno a Casa, luogo pregno di tutti gli intrecci che i protagonisti, assieme alla moltitudine di posti, persone, discorsi, pensieri che hanno animato la giornata, sono diretti.
Dublino, statica e decadente funge da teatro e qui i nostri eroi moderni incastrano pensieri passati con presente e futuro, in un dialogo continuo con la Storia, la Religione e la Filosofia. Leopold Bloom Ú il nostro Odisseo che con incertezza e gentilezza mostra la fragilità dell’epoca moderna.
Struttura dell’Opera
La struttura di questa Opera la suggerisce Joyce inviando a Carlo Linati uno schema che fungesse da chiave interpretativa alla ” enorme mole e alla più che enorme complessità del suo romanzo mostruoso”.
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3 PROTAGONISTI â¡ïžLeopold ~ Stephen~~Molly
3 SEZIONI â¡ïž I ~ II ~ III
SEZIONE I â¡ïž 3 EPISODI ~ Protagonista Stephen .
Telemaco ~ Nestore ~ Proteo
SEZIONE II â¡ïž 12 EPISODI ~ Protagonista Leopold Bloom .
Calipso, Lotofagi, Ade, Eolo, Lestrigoni, Scilla e Cariddi, Rocce erranti, Sirene, Ciclopi, Nausicaa, Armenti del sole, Circe.
SEZIONE III â¡ïž 3 EPISODI Protagonista Molly.
Eumeo, Itaca, Penelope.
Da notare l’ossessione di Joyce per il numero TRE e per tutti i significati esoterici dei numeri che si susseguono nella mente matematica e massone di Leopold Bloom. Ogni numero ha un proprio significato ed il significato cabalistico ci dona un’ulteriore prospettiva, nella visione già enigmatica di questo Capolavoro.
Tre Persone comuni alle prese con le vicende quotidiane, prototipi dell’Umanità alla ricerca del senso della vita e della morte, in un fiume di pensieri ed emozioni; la perfetta rappresentazione teatrale dell’Uomo.
2º EPISODIO della prima sezione.
H 9/10 del mattino.
Protagonista Stephen Dedalus e Mr. Deasy, Preside della scuola, scozzese, nazionalista, filobritannico e antisemita.
Scuola di Dalkey Avenue _ Località sul mare, presso Summerfield.
Stephen insegna Storia, che per lui rappresenta un incubo dal quale vorrebbe svegliarsi.
Mentre in classe le vicende si susseguono, noi lettori abbiamo la possibilità di guardare tutto dal punto di vista delle associazioni mentali di Stephen; il flusso di coscienza, il percorso mentale che segue il nostro protagonista al di là delle contingenze.
” – Pirro, professore? Pireo, un molo. Tutti risero. Alta inamena malevola risata. Armstrong volse lo sguardo ai compagni, profilo di una stolida gaiezza. Tra un momento rideranno più forte, consci della mia scarsa autorità e delle rette che i loro babbi pagano”.
Stephen dedalus in classe
Troviamo poi Stephen che riscuote il suo stipendio nello studio di Mr Deasy.
ðš Il preside chiederà a Stephen un favore che sarà causa di futuri accadimenti:
“– A proposito, disse Mr Deasy. Lei può farmi un favore, Mr Dedalus, con qualcuno dei suoi amici letterati. Ho qui una lettera per la stampa…..[…]”
Questa lettera, che parla dell’afta epizootica del bestiame, s’intreccia con la corsa di cavalli e con il giornale dove lavora Leopold Bloom come pubblicista.
L’antisemitismo delle comparse dell’Ulisse
ð Il dialogo che segue Ú sicuramente quello che stupisce per intolleranza e parzialitÃ
– Mi stia bene a sentire Mr Dedalus, disse. L’Inghilterra Ú nelle mani degli ebrei. In tutte le posizioni più in vista: la finanza, la stampa. Ed essi sono il sintomo della decadenza di una nazione. Ovunque si radunino divorano la forza vitale della nazione. L’ho visto venire in questi anni. Come Ú vero che noi stiamo qua i mercanti ebrei sono già intenti alla loro opera di distruzione. La vecchia Inghilterra sta morendo”.
Mr Deasy
In queste parole, nel secondo episodio, c’Ú tutta la marea bigotta e antisemita che investirà Leopold Bloom. Per tutta la giornata il nostro protagonista si troverà ad affrontare allusioni, più o meno palesi, sulle sue origini ebraiche intente a mortificare la dignità di Bloom…..come ne uscirà ??
Una risposta stupenda e tra le più rimarchevoli di Stephen Dedalus chiuderà la bocca all’antisemitismo borghese di Mr Deasy:
” – Un mercante, disse Stephen, Ú uno che compra a poco e rivende a molto, ebreo o gentile che sia, no?”.
Storia Religione Filosofia
Tra queste pagine del Secondo Episodio troviamo la frase più citata di Joyce, pronunciata da Stephen Dedalus mentre dialogava con il Preside della scuola, prototipo del bigotto filisteo razzista:
– Le vie del creatore non sono le nostre vie, disse Mr Deasy. Tutta la storia si muove verso un’unica grande meta, la manifestazione di Dio. Stephen accennò col pollice alla finestra dicendo : -â quello Ú Dio. Urrà ! Ahi! Fiuuuu! â Che cosa? Chiese Mr Deasy. â Un urlo per la strada, rispose Stephen, alzando le spalle”.
stephen e mr deasy nel secondo episodio della primasezione dell’ulisse
Queste briciole di curiosità vi aiuteranno a comprendere un po’ meglio le vicende che seguiranno, rendendo più divertente questo nostro viaggio insieme a Joyce.
Per chi vuole ripercorrere il primo episodio lo trova Qui
#divertirsi con Joyce si può
Vi aspetto Venerdì prossimo per continuare il cammino
Zaini in spalla e pronti a conoscere la Dublino dellâUlisse di Joyce.
Si parte per un viaggio semi-serio tra le pagine di un libro enigmatico ed affascinante, che merita tutta la sua Fama
La mappa di lettura
Siamo a Dublino, nel 1904, giovedì 16 Giugno. Giorno in cui Joyce conoscerà sua moglie
Quel giorno il giornale ( Evening Telegraph ) riporta tre notizie principali di cui discuteranno i vari personaggi durante tutta la giornata; La corsa dei cavalli nella Ascot Gold Cup, lâincendio di un battello americano, la gara automobilistica ad Homburg, in Germania.
Personaggi principali: Stephen Dedalus ( Telemaco il figlio di Ulisse) 22 anni, intellettuale, insegna storia alla Dingyâs School, irlandese, poeta e terribilmente sporco. Leopold Bloom ( Ulisse ) 38 anni, pubblicitario, ebreo non praticante, materialista, massone, dallâindole mite. Marion Bloom ( Penelope ) o Molly, moglie di Leopold, cantante, adultera, ci svelerà solo allâultimo episodio la particolarità dei suoi percorsi mentali. .
Le loro vite, come quelle di un folto ed eterogeneo gruppo di comparse, si incroceranno ed intersecheranno in questa incredibile giornata, dando vita al romanzo moderno per eccellenza.
Ogni Episodio uno stile narrativo differente, dal flusso di coscienza alla parodia giornalistica; non sempre facile, spesso ironico, ma costantemente ermetico.
Si Comincia
Prima pagina
Dove siamo? Nella Baia di Dublino, a Sandycove, nella Torre Martello, lâomphalos ( lâombelico del mondo ).
Con chi? Stephen Dedalus con i suoi coinquilini, Buck Mulligan studente di medicina moderatamente antipatico e Haines studente inglese in visita a Dublino.
pag. 25 dell’ulisse di joyce – ed. oscar mondadori 1984
Una mattina a colazione
Dopo una bella colazione a base di pane, burro, miele, uova, the e latte, i tre si incamminano verso la spiaggia per un bel bagno in mare( unico ad evitare una bella nuotata purificante, Ú Stephen ) ed il tono dei discorsi oscilla tra lâironico e lâintellettuale, mescolando lo stile narrativo semplice al monologo interiore.
Lungo il viaggio percorreremo le strade del loro inconscio, ci vestiremo dei loro tormenti e costruiremo loro una casa nel nostro mondo dellâimmaginario per non abbandonarli più.
Il rimorso di coscienza
In questo primo incontro con il mondo immaginifico di Joyce, troviamo subito la danza della contrapposizione, la vena sarcastica e provocatoria della sua penna.
Stephen ha negato , sul letto di morte della madre, la preghiera tanto attesa …… – Angenbite of inwit – il rimorso di coscienza lo attanaglierà per sempre e lo porterà ad avere una visione sempre molto cupa e tormentata dell’avvenire.
Proprio questo rimorso di coscienza sarà la base dello scherno cosi tanto gradito a Buck Mulligan e motivo per cui tanto antipatico a noi lettori empatici….
Divertente anche lo scambio di battute che i nostri tre personaggi hanno sulle teorie di Stephen dell’Amleto di Shakespeare.
Puah! disse Buck Mulligan. Ci siamo svezzati da Wilde e dai paradossi. à semplicissimo. Dimostra con l’algebra che il nipote di Amleto Ú nonno di Shakespeare e che lui stesso Ú il fantasma di suo padre.
Il dibattito su Shakespeare non si conclude in questo episodio, ma vedrà un suo prosieguo più in là nella giornata. La poetica shakesperiana, la sua interpretazione, le analogie e le trasposizioni sono un punto focale nel flusso narrativo di Joyce e diverranno fonte di un acceso dibattito, che vedrà Stephen Dedalus come protagonista.
Il Sogno
– Ha delirato tutta la notte di una pantera nera, disse Stephen. Dov’Ú la fonda del suo fucile? – un miserabile pazzo, disse Mulligan. Hai avuto fifa?
pag. 7 dialogo tra Stephen e mulligan, parlando di haines
Riguardo questo sogno le supposizioni sono molteplici.
Si dice che lo stesso Joyce abbia vissuto l’episodio descritto. Fu proprio lui la vittima ( sfiorato da una pallottola ) di questo pericoloso incubo, quando condivise le stanze di Torre Martello con due suoi conoscenti.
Nabokov invece, ci sottolinea questo passaggio, mettendolo in stretto contatto con il sogno che farà Stephen Dedalus ( un orientale che gli offriva una donna ) ed anche Bloom ( che aveva fatto un sogno orientale con Molly vestita alla turca tra le gualdrappe del mercato degli schiavi ).
Qui ci addentriamo in quel fosco e fumoso territorio delle interpretazioni, tanto caro ad una parte della critica letteraria, ma che io eviterò, perchÚ ritengo che sia un ambito in cui solo i veri esperti la debbano fare da padroni.
Il mio piccolo, limitato ed umile intento Ú avvicinare l’Ulisse ai Lettori comuni, che hanno voglia di leggere questa favolosa Storia, senza lasciarsi condizionare da un’apparato scolastico intimorente.
Spero di aver seminato qualche briciola di curiosità …..